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uva

Più di testa o di cuore? A ciascuno il suo vino

Bovale e Cagnulari per i tipi schietti, Vernaccia e Nuragus per i grintosi, Nasco Girò e Malvasia per i più equilibrati.  Più di testa o di cuore? Se agite seguendo il secondo, il vino migliore è un rosso rustico, come un Bovale di Terralba o un Cagnulari di Usini, Sorso e Alghero, speziato e schietto, proprio come voi. Parola del sommelier Giulio Pani. Se poi abbinate al cuore la tradizione, vi consigliamo il Nepente di Oliena, di ascendenza dannunziana e vocazione sensuale. Siete instabili, nervosi ma irresistibili? Sorseggiate una Vernaccia di Oristano o il Nuragus di Cagliari, il principe dei paglierini di Sardegna. Se invece Minerva è la vostra divinità, la testa fa da padrona e con lei i vini frutto della tradizione. Il Vermentino di Gallura, un vino bianco fatto per la vista e per l’olfatto, attiva l’ingegno, così come un Carignano del Sulcis, rosso che colpisce, specialmente se abbinato ad un piatto di formaggi. Se poi siete dei tipetti equilibrati, un bicchiere di Nasco e Girò è il vostro vino d’elezione insieme al Malvasia di Cagliari o di Bosa, femminile e elegante il primo, forte e austero il secondo....

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Su Civraxiu, la forza della vita

È una delle tipologie di pane sardo più tipiche. La prova qualità? Il rumore e la fragranza che irrompono dalla crosta Scegliere la materia prima migliore, impastare, aspettare e cuocere. Il pane sardo è il re della tavola e si caratterizza per il sapore intenso e genuino. Rita Oldani, titolare insieme al marito Luciano del Panificio Coccodi, aperto a Monastir dal capostipite Ettore, non esita a paragonarlo alla vita: «Il pane è così, lo lavori, lo cuoci e solo alle fine sai se è venuto bene. Ogni cosa che ha valore nella vita ha bisogno della sua cottura». Il pane Civraxiu, una delle tipologie di pane sardo più tipiche per gusto e consistenza, è l’esempio di come lavoro e poesia possano creare un prodotto. La sua farina, esclusivamente di semola, viene impastata e prende vita grazie a “su frammentu”, la pasta madre che il panettiere coccola e cura perché con essa prenda vita la panificazione. Durante la lavorazione il fornaio affonda le mani in acqua e farina e lavora il pane con una sensualità mediterranea in cui la forza si unisce all’amore. A contatto con le mani, la maglia glutinica assume una consistenza compatta ma morbida che, dopo la pezzatura, durante la cottura in forno, impedisce alla forma circolare di espandersi troppo. La vera prova? «Il rumore e la fragranza che irrompono dalla crosta del Civraxiu e che si mantengono intatti nella pasta spugnosa e umida», rivela Rita Oldani. Una forza lunga secoli che, dalle tavole contadine, arriva nei panifici moderni....

fregola

I colori e l’identità di Cagliari nella cucina mediterranea

La cucina cagliaritana è l’istantanea che reca con se i sapori del tempo che mani sapienti elaborano giorno dopo giorno, per farci degustare non solo piatti della tradizione ma, soprattutto, l’essenza di Cagliari. Gli ingredienti fondamentali della cucina sono quelli che offre la natura, soprattutto il mare, da sempre risorsa della Città. Le “orziadas”, anemoni di mare insemolati e fritti. “Sa schiscionera”, arselle e cozze in tegame con olio d’oliva, aglio, prezzemolo e pan grattato. La bottarga, uova di muggine o cefalo salate e stagionate. Si può degustare condita semplicemente con olio extra vergine d’oliva, in insalata con carciofi freschi tagliati molto sottili o grattugiata sugli spaghetti che possono avere di base il sugo con le vongole. “Su scabbecciu”, pesci conservati in soffritto di olio, aceto e aglio. L’aragosta alla campidanese, bollita e condita con olio d'oliva e succo di limone. “Sa fregula” con le arselle, piccole palline di pasta realizzate a mano e tostate al forno servite in zuppa di vongole. Non può mancare nella degustazione “Sa burrida alla Casteddaia”, esclusivo piatto cagliaritano realizzato con pesce gattuccio (gattu de mari) appartenente alla famiglia degli squali che si ciba di piccoli pesci, di molluschi e crostacei. Viene immerso in una salsa di aceto, olio, aglio e noci dove viene lasciato marinare per 24 ore prima di essere servito. Questo è il piatto identitario cagliaritano per eccellenza, presente nei menù di molti ristoranti sia come antipasto che come secondo....

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